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Wolfgang Amadeus Mozart

 

Compositore austriaco, nacque a Salisburgo nel 1756.
Settimo figlio di Anna Maria Pertl e Leopold, vice maestro di cappella alla corte arcivescovile di Salisburgo, venne avviato agli studi musicali dal padre ansioso di sfruttare la precocità del figlio, rivelatasi già nel 1762 in concerti alla corte di Monaco di Baviera e di Vienna. Apprese a suonare il clavicembalo verso i quattro anni e nel 1763 volse una lunga tournée in numerosi centri europei (Augusta, Ulma, Francoforte, Bruxelles), culminante in un soggiorno a Parigi assai denso di concerti nei salotti di corte e della Pompadour. Partito per Londra nel 1764, si acquistò la stima di Johann Christian Bach ed entrò in contatto con la musica di Haendel e della scuola italiana sia strumentale che operistica, molto attiva nella capitale britannica. Dopo aver raggiunto anche l’Olanda, nel 1766, sostando di nuovo a Parigi, in Svizzera e a Monaco, Mozart ritornò a Salisburgo avendo nel frattempo rivelato anche il suo temperamento di compositore con sinfonie, sonate e cantate. L’ arcivescovo di Salisburgo gli commissionò la prima parte d’un oratorio, Die Schuldigkeit des ersten Gebotes (L’obbligo del primo comandamento), eseguito con successo nel 1767, alla pari delle altre composizioni che Mozart approntava intanto per Vienna, tra le quali le opere buffe Bastien und Bastienne (1768) e La finta semplice (1769).Completò la sua preparazione ascoltando le opere di Gluck e frequentando i concerti dei maggiori sinfonisti del tempo, tra i quali Haydn di cui fu allievo. Sul finire del 1769 affrontò il primo viaggio in Italia con soste a Verona, Mantova, Bologna, Roma, Napoli, Milano e Lodi, dove fu favorevolmente accolta la sua opera Mitridate re di Ponto (1770). Alternò soste nella città natale a nuovi viaggi in Italia nel 1771 e nel 1772 per la rappresentazione a Milano dell’opera Lucio Silla. Stabilitosi di nuovo a Salisburgo, vi rimase fino al 1777 con frequenti puntate a Vienna, osteggiate, tuttavia, dal nuovo arcivescovo salisburghese Colloredo che gli si mostrò sempre ostile.
Né le rappresentazioni a Monaco di La finta giardiniera e a Salisburgo di Il re pastore (entrambe del 1775) valsero ad agevolargli una maggiore indipendenza. Nel 1777 abbandonò la carica di "Konzertmeister" presso l’arcivescovo, e fu dapprima a Monaco e Augusta, poi a Mannheim, stentando la vita con concerti e lezioni. Trasferitosi a Parigi, non trovando più l’ambiente favorevole che lo aveva accolto nell’infanzia, ritornò a Salisburgo facendo rappresentare nel 1779 l’opera Thamos, König in Aegypten (Thamos re d’Egitto). Un più ampio successo colse con l’opera Idomeneo re di Creta rappresentata a Monaco nel 1781.
Nello stesso anno, stabilitosi a Vienna, sposò Costanza Weber, nipote del compositore Karl Maria, ottenendo una notevole affermazione con l’opera Die Entfüihrung aus dem Serail (1782; Il ratto dal Serraglio), che riportò a nuovo splendore la tradizione del Singspiel germanico. Il successo in campo operistico non incise sulla composizione di lavori strumentali — sinfonici e da camera — ai quali si dedicò pressoché esclusivamente per circa quattro anni finché l’incontro con Lorenzo Da Ponte non lo riportò al teatro con i capolavori Le nozze di Figaro (1786) e Il Dissoluto punito o sia Il Don Giovanni (1787).
Alla morte di Gluck, ottenne la carica di "Kammermusikus" dell’imperatore Giuseppe II, con la modesta retribuzione di 800 fiorini l’anno, e gli venne commissionata l’opera Così fan tutte ossia La Scuola degli Amanti (1790). Successo al trono Leopoldo III, Mozart compose, per la festa dell’incoronazione, l’opera La clemenza di Tito (1791), dedicandosi poi all’ultimo suo lavoro teatrale, Die Zauberflöte (Il flauto magico) su libretto tedesco, rappresentato a Vienna nel 1791. Affaticato dalla vita intensa, tormentato da necessità economiche, morì a Vienna il 5 dicembre 1791, lasciando incompiuto il Requiem commissionatogli da uno sconosciuto, completato poi dall’allievo Franz Xaver Süssmayr.
Ebbe sei figli, di cui quatto deceduti in tenera età. I due che sopravvissero agli stenti e alle malattie dell’epoca, furono Karl Thomas (1784-1858) e Franz Xaver Wolfgang (1791-1844). Karl divenne un buon pianista, ma praticò la musica più per diletto che per professione; Franz, che si sussurra essere stato concepito dall’allievo di Mozart, di cui porta il nome, divenne invece un apprezzato direttore d’orchestra, compositore e pianista.
Considerato dai più attenti contemporanei uno dei maggiori geni musicali, Mozart entrò durevolmente nella storia della cultura, assumendo significati diversi e contraddittori in cui i posteri configurarono i loro contrastanti ideali di bellezza.
A Stendhal risale la prima immagine del compositore drammatico malinconico e persino tragico, mentre Hoffmann, rivelatore del genio di Beethoven, rivelò il "demoniaco" nella musica di Mozart, considerato con il Don Giovanni il creatore del dramma musicale romantico.
Nei primi decenni dell’Ottocento e fino all’apparire di Beethoven, perdurarono tali impressioni, scalzate poi da Schumann e da Berlioz, inclini a racchiudere la musica mozartiana in un impassibile clima di olimpica serenità vicina alla purezza delle linee greche. Queste due immagini - il Mozart apollineo e quello romantico - si alternano e si rincorrono per tutto il sec. XIX nel mutare degli atteggiamenti estetici e culturali.
Fu finalmente Wagner a sottrarre la musica di Mozart ad interpretazioni fredde e accademicamente irreprensibili, rivendicandone gli inediti slanci espressivi. Nei primi anni del Novecento (1919 -1921) due volumi monografici pubblicati da Hermann Abert puntarono sulla riscoperta di Mozart quale genio superatore di ogni precedente tradizione e pressoché precursore di Beethoven, anche per la capacità di trasfigurare in musica i grandi sentimenti umani.
L’universalità di Mozart fu affermata da Alfred Einstein, il quale collocò il musicista in una assoluta supremazia alla quale rimangono lontani tutti gli altri, siano essi Haydn o Beethoven, Wagner o Verdi.Per Einstein, Mozart è il musicista che aggiunge qualcosa in più a tutti i generi musicali da lui trattati.
In tempi più recenti, la vicenda dell’arte mozartiana sfociò nell’immagine del musicista puro, suggerita dall’oggettivismo operante anche in altri settori della cultura, per cui la musica di Mozart sembrò risolversi nella sua oggettività fonica.
Tali contrastanti atteggiamenti, determinati del resto dal continuo interesse per l’arte mozartiana, finirono col rendere viva e pregnante la previsione di Goethe, il quale riconosce a Mozart la qualifica di genio, avvertendo che in tutte le sue opere è insita una forma creatrice che si propaga di generazione in generazione, senza esaurirsi.
Nel rapidissimo volgersi della sua vita, Mozart compose oltre seicento lavori (il catalogo delle opere fu sistemato da Ludwig Von Köchel, donde il "K" che precede il numero d’opera) tra i quali 25 opere teatrali, 51 sinfonie, 19 messe, 11 serenate, 7 concerti per violino e orchestra, 22 concerti per pianoforte e orchestra, 19 sonate per pianoforte, 38 sonate per violino e pianoforte e numerosissima altra musica d’ogni genere.
Fra le principali edizioni della musica di Mozart, fondamentale è quella pubblicata a Lipsia tra il 1876 e il 1883, in ventitré volumi. Risale al 1842 l’istituzione musicale del Mozarteum fondato a Salisburgo per la diffusione delle opere di Mozart.