The Smiths
Inizio anni 80, dopo l'ubriacatura punk, la musica inglese si disperde in mille rivoli. Nasce un fenomeno al giorno, NewRomantic, EpicRock, Elettropop, Dark, i più sbrigativi etichettano tutto sotto un unico calderone NewWave. In questo periodo di mode e modi in cui spadroneggiano gruppi come DuranDuran, SpandauBallet, Depeche Mode, CultureClub, Alarm, U2, Cure ecc. appaiono, in assoluta contro tendenza, venuti dal niente e inqualificabili THE SMITHS. Le loro caratteristiche sono: chitarre psichedeliche e sonorità sixties, reminiscenze folk-rock e melodie accattivanti, pop trascinante e struggenti ballate, e, sopra tutto, un fiume di parole. Parole provocatorie, inusuali, accusatrici, poetiche. Imperniati sul duo Morrissey-Marr, gli Smiths gettano le basi per la rinascita del guitar pop indipendente, influenzando da allora numerose generazioni di gruppi a seguire: basti citare il fenomeno Madchester, Stone Roses, eccetera, fino ad arrivare ai più recenti Sundays, Gene, Blur, Oasis, Radiohead, Coldplay, Belle and Sebastian e quantoaltro. Un duo appunto. Come molte delle band che hanno segnato la storia della musica, così anche THE SMITHS rispettano la regola che vuole in due opposti, antitetici e complementari, la base del successo: come Jagger & Richards, Lennon & Mac Cartney, Bono & the Edge, Gallagher & Gallagher. Ma mai come negli Smiths la dicotomia è stata cosi forte. Da una parte Morrissey: un esteta solitario, autore di testi tanto decadenti quanto poetici e disillusi, cultore dell'inglese arcaico e romantico, pieno di citazioni letterarie, suggestioni politiche e duri riferimenti allo stato sociale della low-class inglese. Dall'altra Johnny Marr, radici irlandesi, cultore del R'n'B e della musica anni 60 (una passione per i Byrds ,di cui conserva la Rickenbacker un tempo suonata da McGuinn ), capace di sfornare perfette canzoni pop, come di lanciarsi in virtuose dimostrazioni di tecnica chitarristica rock. Assieme a questi due giganti, Andy Rourke al basso e Mike Joyce alle percussioni,completano la line-up del gruppo. Sono loro a sostenere il lavoro di fatica ritmico fornendo un degno sostegno ai due protagonisti principali. Ma ecco la storia:
1982/83
Gli Smiths si formano a Manchester nel 1982, per volontà del chitarrista Johnny Marr, artista in erba alla ricerca di un cantante che sappia tradurre in versi le sue intuizioni musicali. Dal suo incontro con Morrissey nasce la scintilla iniziale e la scelta del nome THE SMITHS (in Italia sarebbe "I Signori Rossi") che suona già come una presa di posizione nei confronti della scena musicale piena di gruppi dai nomi altisonanti e complessi. Con l'aggiunta di Rourke e Joyce il gruppo si definisce nella formazione storica che non subirà più modifiche fino allo scioglimento nel 1987. Si tratta per tutti e quattro della prima importante esperienza musicale. L'esordio pubblico risale al 4 ottobre 1982 al Ritz, dove gli Smiths aprono la serata dei "Blue Rondò a la turk", e da subito si capsce che si tratta di qualcosa di diverso. Dalla musica elementare ed accattivante creata da Marr emerge la voce di Morrissey, cangiante, languida, stentorea, o in falsetto, il tutto a creare un mix inafferrabile e mutevole di stati d'animo. Ma la vera forza d'impatto sono le parole, testi allusivi, poetici, che traggono spunto dal vivere e dal sentire comune. In questo periodo si susseguono alcune esibizioni live che mostrano subito il potenziale esplosivo del gruppo tanto da attirare le attenzioni di numerosi talent scout, fino a portarli a registrare le sessions per il programma radiofonico di John Peel e, grazie al successo di queste ultime, a raccogliere consensi su scala nazionale. Le case discografiche non tardano a contattarli. Scartati i concittadini della Factory Records, saranno quelli della Rough Trade a legare indissolubilmente il loro logo al nome della band. Il primo singolo, "Hand In Glove", è un vero manifesto delle intenzionalità musicali del gruppo: la ritmica serrata, un riff chitarristico quanto mai azzeccato e le forti litanie del Moz impongono subito il singolo ai vertici delle charts indipendenti UK, raccogliendo unanimi consensi dalla critica, a dire il vero piuttosto spiazzata, soprattutto sui contenuti dei testi. Come detto la pagina dei testi resterà sempre uno degli elementi più mirabili e allo stesso tempo controversi della storia degli Smiths. Se da una parte l'intenzione è quella di narrare la quotidianità, il malessere, le piccole sconfitte del vivere, dall'altra le parole sono spesso allusive , evocative, controverse. Dice Morrissey "Per me la musica pop rappresenta ancora la voce dei poveri, una specie di rabbia collettiva...". Le sue liriche danno voce alle persone normali, nascoste, alla "lonely people" cantata già dai Beatles in Eleonore Rigby ma mai arrivata ad essere protagonista per più di una canzone. In effetti, la figura di Steven Patrick Morrissey (questo il suo nome completo) assume negli anni '80, soprattutto in Inghilterra, una statura tale da proporsi come concreto modello della cosiddetta contro cultura. Sempre provocatorio, irriverente, un vero e proprio elemento di rottura, nel bene e nel male, che influenza pesantemente il pensiero e l'atteggiamento d’intere generazioni di adolescenti. Esteta dandy, poeta decadente, alfiere del disagio giovanile, mentore del tormentato passaggio dall'età puberale alla consapevolezza di una sessualità latente, Morrissey sà interpretare ed esaltare tutte le contraddizioni del ragazzo troppo timido e sensibile che si sente inadeguato di fronte al mondo. A fine 83 Il secondo singolo "This Charming man", mostra le piene potenzialità del gruppo. Ritmica incalzante, chitarre briose, un testo e un'interpretazione unica... la critica musicale grida al miracolo tanto che la canzone finisce diritta nella topten UK, facendo crescere a dismisura la loro fama, e l'attesa per il loro primo Album. Anche la stampa scandalistica si occupa di loro, ma non per le velate tematiche omosessuali delle loro prime 2 uscite, bensì per la notizia carpita nei corridoi della BBC che un paio di loro canzoni (Handsome Devil e Reel around the fountain) rischiano la censura per via di certe ambiguità dei testi. Il Sun ne fa un caso da prima pagina accusando il gruppo d’incitazione alla pedofilia (il giornale viene poi denunciato e condannato per diffamazione ) e creando involontariamente ulteriore pubblicità alla band. Intanto gli Smiths diventano sempre più sicuri delle loro capacità artistiche, tanto che a fine 1983 rifiutano l'offerta di aprire i concerti dei Police come gruppo di supporto, dichiarando " Siamo più importanti di loro, molto più importanti di quanto siano stati e saranno mai". Nell'annuale referendum del New-Musical-Express, vera bibbia musicale del Rock Britannico, stravincono così con il 50% dei voti, la categoria Best new act per l'anno 1983.
1984
L'aspettativa per il loro debutto a 33 giri fa sì che la gestazione dell'album d'esordio sia lunga e laboriosa. Tanto che la prima versione del lavoro, prodotto da Troy Tate e intitolata "The hand that rock the cradle" viene giudicata insoddisfacente dagli stessi Smiths e non viene data alle stampe. Poi ad Inizio 84 escono in sequenza il singolo "What difference does it make?" e l'opera prima "The Smiths" con la produzione di John Porter. L'album scala subito le classifiche portando alla ribalta nazionale il gruppo di Manchester. All'interno, oltre ai primi singoli, altri pezzi storici della band come "Still ill" disperata dichiarazione di malessere e insoddisfazione gridata su un epocale composizione chitarristica di Marr, "Reel around the fountain" ballata ipnotica e fascinosa con un testo a tratti inquietante, "You've got everything now" sfogo musical-esistenziale di Moz che cavalca le musiche di Marr fino ad un trascinante finale in falsetto. "THE SMITHS" raccoglie solo in prenotazione 300.000 copie, mentre parte il primo tour nazionale composto da 19 date affollatissime. Sul palco Morrissey è un vero incendio. Protagonista assoluto e fonte di delirio per i fan, tanto da far passare alla storia tutto il suo repertorio di mosse e atteggiamenti: Il suo improvviso canto alla "tirolese", la pioggia di gladioli verso il pubblico e viceversa, i camicioni over-size, gli atteggiamenti sessualmente provocatori, le sferzanti prese di posizione ecc.. La band diventa la formazione inglese più braccata dalla stampa (con un record di 24 interviste in un giorno), in particolare le caratteristiche atipiche del front man, personaggio al di là di ogni stereotipo rock, che non beve, non si droga, contrario ad ogni sregolatezza ed eccesso, e che si dichiara quasi vergine, ne fanno un perfetto caso mediatico da sondare ed analizzare. In uno di questi frangenti una giornalista del Rolling Stone fa proclamare a Morrissey "io sono Gay" affermazione poi categoricamente smentita dallo stesso Moz. A questo punto Morrissey decide di collaborare con un suo idolo di gioventù, Sandie Shaw. La cantante da tempo ha abbandonato la scena musicale, ma cede alle lusinghe di quell'eccentrico personaggio, interpretando e portando al successo due brani del gruppo. Dopo l'autoironico successo primaverile "Heaven Knows i'm a miserable now" dall'atmosfera cantilenante e retrò, la band decide di rallentare i ritmi pubblicando nell' 84 solo un altro singolo "William it was really nothing" (tipico esempio delle canzoni del gruppo, capace di sintetizzare in 2 minuti tutta la propria carica ed energia), e l'antologia "Hatful of Hollow", dove sono riuniti i singoli e le Bsides inedite su album e le oramai mitiche prime sessions radiofoniche. Malgrado sia concepito come semplice 'raccolta' questo album supera in qualità quello di debutto, ed e' considerato da molti il vero punto di partenza della storia su vinile degli Smiths dato che testimonia la carica primaria e genuina degli esordi ,con canzoni che risulta davvero difficile definire "minori", come "Please, please, please..." (ripresa recentemente da un famoso spot), "Girl afraid", " Handsome devil", "How soon is now", uno dei loro pezzi più famosi, composto da un testo straziante su un geniale giro armonico mandato a ripetizione (il famoso wooga-wooga sound di Marr), e con tutte le loro pietre miliari eseguite nella loro versione più fresca e immediata, una su tutte "Still ill" con l'armonica introduttiva e finale di Jhonny Marr.
1985
Agli inizi del 1985 il classico referendum del NME vede gli Smiths al primo posto nelle categorie gruppi/singoli/album confermando il loro seguito.Morrissey e soci frattanto stanno rifinendo "Meat is Murder", mentre nelle classifiche e' ancora presente "How soon is now". Il terzo Album esordisce direttamente al primo posto dell’UK chart ed è subito chiaro come siano cambiate le tematiche delle canzoni. Già dalla titletrack Morrissey abbandona la vena intimista per un proclama vegetariano, mentre nelle altre canzoni tratta argomenti come la scuola "Headmaster ritual", e la violenza domestica "Barbarism begins at home". E' chiaro come il ruolo di semplice cronista di malesseri adolescenziali ormai gli stia stretto,e di come voglia utilizzare al meglio la cassa di risonanza che gli da la popolarità per esprimere le sue opinioni sociali e politiche. Naturalmente non mancano i classici punti di forza della poetica Smithsiana, come il malessere cantato in "Well i wonder", e "What she said", o la difficoltà di raffrontarsi con un mondo nemico ed estraneo di "I want the one i can't have", e "Nowhere fast". Dal punto di vista musicale è un album compatto e lineare in cui emerge prepotentemente la vena artistica di Marr che sfocia quasi nel Rock-a-Billy in canzoni come "Headmaster rituals", "Rusholme Ruffians" e "Nowhere fast", mentre in altri brani si dimostra l'amalgama ormai perfetto del gruppo, eccezionale ad esempio il finale di "Barbarism begins at home" dove in un susseguirsi adrenalinico viene dato libero sfogo prima ai vocalizzi di Morrissey, poi ai virtuosismi di Jhonny ed infine alla batteria ed al basso di Mike e Andy. Si distaccano dalle atmosfere generali dell'album "Well i wonder" e "Meat is murder", ballate lamentose e struggenti rese ancora più emozionanti dagli evocativi effetti sonori (come non ricordare i suoni da mattatoio in sottofondo a "Meat is murder"?). Il singolo successivo "Shakespeare's sister", non raccoglie i favori del pubblico, tanto da far nascere i primi dissapori con la Rough Trade. Se da una parte gli Smiths si lamentano di una cattiva promozione, dall'altra l'etichetta discografica accusa la band di non volersi adattare alle più normali regole commerciali. I 4 di Manchester, infatti, rifiutano rigorosamente di fare video musicali, (siamo in pieno boom dei video clip e di MTV), e di programmare in maniera logica le uscite discografiche. Alcuni esempi: "Shakespeare's.." è un singolo inedito uscito solo un mese dopo l'album "Meat is Murder", da cui malgrado il successo di vendite non viene estratto neanche uno dei pezzi trascinanti, l'unico spin-up sarà in tarda estate la criptica e sfuggente "That joke isn't funny anymore" uno dei brani minori dell'album. "How soon is now", che probabilmente oggi è la loro canzone più famosa, viene inizialmente edita come B-side, poi come track in "Hatful of hollow", infine come singolo ufficiale quando oramai la possibilità di farne un Hit e' già bruciata). Lo stesso anno, dopo la pubblicazione dell'ottimo "The boy with the thorn in his side", una brano arioso ed immediato, con tanto di jodler finale di Morrissey, (che malgrado sia uno dei loro singoli più "commerciali" non riesce a scalare le classifiche), Andy Rourke annuncia di voler lasciare la band. A questo punto i critici e gli scettici sono pronti a decretare la parabola discendente del gruppo, parlano di mancanza d’idee, dissapori, esaurimento della spinta iniziale ecc. malgrado ciò The Smiths stravincono di nuovo i Pool di fine anno organizzati dalle maggiori riviste musicali inglesi. Morrissey in particolare viene votato dal referendum del NME miglior cantante del Regno Unito e il quarto miglior essere umano del mondo (!), mentre Marr vince la categoria di miglior strumentista.
1986
Forti del confermato consenso del pubblico le loro fila si rinsaldano e il gruppo comincia a registrare in gran segreto il nuovo lavoro. A rimpiazzare Rourke (che in realtà si sta disintossicando dall'eroina) viene chiamato Craig Gannon (ex Aztec Camera) che in seguito al rientro del bassista, continuerà a figurare come quinto Smiths nelle esibizioni live, e come chitarrista di supporto nelle incisioni in studio. Il 1986 comincia con una delle loro migliori realizzazioni "Bigmouth strike again" (un singolo trascinante e d’incredibile presa, un mix felice tra voce e chitarra che sfocia in un rock vibrante e adrenalinico), poi un grido scuote il Regno Unito: la regina è morta. "The Queen Is Dead" prodotto dai soli Morrissey e Marr è sicuramente l'album più riuscito e più famoso degli Smiths , l'opera pop "perfetta". Qualità musicale e alta classifica per una volta vanno a braccetto: la critica li acclama in Inghilterra come in tutta Europa. L'attacco di"The Queen Is Dead" è un pugno allo stomaco sferrato all'ipocrita cultura anglosassone, il brano che titola l'opera è un tiratissimo rock, cattivo e sprezzante il cui obiettivo è il cuore di tutto il sistema: la famiglia Reale. Poi, di seguito, tutti gli altri episodi di una sequenza irripetibile: la caustica "Frankly mr Shankly" con la sua musica gioviale e coinvolgente, l'indimenticabile "I Know It's Over" capace di trascinare in un vortice di emozioni da cui si esce spossati ed esausti, l'amara e disperata "Never had no one ever", la geniale "Cemetery gates" uno dei pezzi più immediati ed orecchiabili della band, i due singoli già pubblicati, poi la sarcastica ed essenziale "Vicar in a tutù" in cui Morrissey prende di mira la curia e le sue contraddizioni, fino a uno dei capolavori assoluti di sempre, "There Is A Light That Never Goes Out", una sintesi perfetta tra ritmo sostenuto e una base armonica contagiosa, arricchita da arrangiamenti raffinati ed inebrianti (indimenticabile l'entrata dell'orchestra d'archi sul refrain), e su tutto un testo che e' il manifesto della poetica Morrisseyana: romanticismo, spleen e malessere esistenziale, chiude l'album il 'divertissement' "Some girls are bigger than others" (liriche demenziali su musica sublime). La macchina ricomincia a rullare alla grande, l'hit estivo "Panic" dedicato all'insipienza dei programmi radiofonici, con lo slogan sferzante "Hang the DJ", li riporta ai temi di protesta e di denuncia diventando uno dei best-seller stagionali. Mentre la loro popolarità cresce anche oltreoceano, affidano per la prima volta la musica di 3 loro canzoni (The Queen is dead, Panic, There is a light...) nelle mani del regista visionario Derek Jarman (Sebastian e Caravaggio tra i suoi film), che creerà 15 minuti di immagini oniriche e deliranti che tutto si possono definire tranne che video-clip. In autunno con "Ask" perfetta pop-song, che ha come tema l'effetto spesso deleterio e castrante della timidezza, scalano di nuovo le topten europee. Nel frattempo Marr collabora agli album solisti di Billy Bragg, e di Brian Ferry (quest’ultimo in pratica rielabora e canta "money changes everything" brano a cui il bizzarro Morrissey non ha mai voluto dare un testo), dando sfogo a un irrefrenabile vena creativa che ormai a stento riesce a canalizzare negli Smiths. A chiudere un anno trionfale il primato in tutti i sondaggi musicali europei, (In Italia stravincono i referendum di Stereodrome,Rockstar ecc..) e l'offerta da capogiro fatta dalla EMI per assicurare il gruppo alla propia scuderia : un milione di sterline per quattro album.
1987
Il 1987 si apre cosi nell'incertezza per il futuro contrattuale della band dato che La Rough trade vanta ancora i diritti per tre album (2 in studio e un live) e intende avvalersene. Il primo singolo dell'anno "Shoplifters of the world unite" è l'ennesimo successo ricco di polemiche (nel titolo Moz grida "Ladruncoli di tutto il mondo unitevi"), a ruota, la seconda collezione antologica "The world won't listen" conferma come anche nelle B-side degli Smiths si nascondano perle di inestimabile valore, tra tutte "Half a person" cantata da Morrissey in perfetto crooner-style ,"Stretch out and wait" una delle loro composizioni più tristi e disilluse, "Rubber ring" che coglie in pieno i motivi della loro arte e dell'amore che li lega ai loro fan e "Asleep" che rinfocola le polemiche sui messaggi nichilisti e di elogio al suicidio di alcune loro canzoni. Intanto la decisione di passare alla EMI viene resa ufficiale. I fan più intransigenti gridano al tradimento, mentre Marr e Morrissey rassicurano il loro seguito sulla volontà di non svendersi e di preservare l'unicità' del gruppo pur entrando in quel mercato delle major che fino ad allora avevano osteggiato. Nessuno s’immagina che invece dell'inizio di una nuova era il 1987 sarà l'anno degli ultimi fuochi per gli Smiths. Dopo l'uscita del singolo "Sheila take a Bow ", e del doppio album per il mercato americano "Louder Than Bombs" , (un compendio delle precedenti 2 antologie) in cui è nascosta una chicca inedita come "Sweet and tender Hollygan", come un fulmine a ciel sereno arriva la notizia dello scioglimento del gruppo. I motivi della rottura non sono mai stati resi chiari ,certamente tutto nasce da un disaccordo sulla direzione da dare alla band. Il desiderio di Marr di intraprendere nuovi percorsi musicali sicuramente si scontra con l'intransigenza di Morrissey nel portare avanti le proprie idee... Marr decide così di abbandonare e a Moz non resta che prenderne atto e sciogliere una band ormai priva di uno dei suoi punti focali. Succede quindi che "Girlfriend in a coma", accattivante non-sense ,apripista dell album "Strangeways here we come", esca quando il gruppo già non esiste più. Nonostante la rifinitura della loro ultima opera risenta dell'imminente rottura (gli arrangiamenti sono frettolosi, e le chitarre di Marr al di sotto della media) ,gli Smiths sfornano un'altra pietra miliare della loro breve carriera, riuscendo ancora una volta a innovare e stupire pur rimanendo fedeli a se stessi. Dall'album vengono estratti altri 3 singoli :"I've started something.." nel solco della loro tradizione musicale, la trascinante "Stop me if you think...", e la melodrammatica "Last night i dreamt that somebody love me". Da segnalare tra g li altri brani che completano il disco, il rock-psichedelico "Death of a disco dancer" ,il pop genuino di "A rush and a push and the land is yours ", la verve polemica di "Paint a vulgar picture" e la ballata finale "I want share you". In definitiva un disco vario e complesso, che non può che lasciare un forte rimpianto considerando che corrisponde alla parola fine della loro storia. Parola detta proprio quando gli Smiths raggiungevano il pieno della loro maturità artistica ed intellettuale.
1988
Dal 1988 in poi è un susseguirsi di raccolte ed album celebrativi. La Rough Trade chiude i conti con il gruppo pubblicando il live ufficiale "Rank" ,che testimonia la carica e l'energia presente anche nelle loro esibizioni dal vivo, mentre i vari "Best...1", "Best...2", "Singles", "The very best of" non fanno altro che riassemblare in varie forme le loro canzoni. Queste operazioni non tengono conto che ogni brano degli Smiths è un piccolo gioiello fine e bastante a se stesso. Ognuno di loro può essere capace di colpire al cuore, o di far vibrare corde segrete grazie ad un passaggio del testo, ad un giro di chitarra, o ad un’intuizione melodica. Il mio consiglio a chi li vuole conoscere è di partire dall'inizio, di rifare il percorso cosi com’e' stato creato. Solo cosi si può entrare nel mondo degli Smiths, e capire cosa ha consentito a questo pugno di canzoni di arrivare fino ad oggi con impeto e tenerezza immutati, rimanendo straordinariamente stampate nel sentire e nel pensiero di migliaia d’appassionati che ancora oggi li adorano.