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Passione secondo Giovanni

 

Solo uno sguardo ormai disabituato a riconoscere le differenze può considerare equivalenti, in fondo, le Passioni di Bach. È sufficiente invece guardarle da vicino, ascoltarle con attenzione, per constatare che esse cambiano sensibilmente a seconda del Vangelo di riferimento e definiscono, a partire da una formula unica e consolidata dalla tradizione, spazi espressivi estremamente diversi. La Passione secondo Giovanni BWV 245 e la Passione secondo Matteo BWV 244 sono da questo punto di vista addirittura agli antipodi: teologica la prima, drammatica la seconda; attraversata da accenti tragici e da passaggi di autentica trasfigurazione spirituale la Giovanni, caratterizzata invece da una maggiore teatralità e dal prevalere di un sentimento umano di pietà la Matteo; più povera di dettagli narrativi l’una, più ricca di personaggi e di episodi l’altra. E se dal punto di vista musicale la Passione secondo Matteo tende a semplificare i mezzi musicali per renderli più plastici e comunicativi, la Passione secondo Giovanni conserva la durezza tipica del linguaggio sperimentale, e spesso arcaicizzante, delle Cantate sacre di Bach più significative. Due diverse concezioni della musica, insomma, che fanno eco a due versioni del racconto sacro che il concistoro di Lipsia esigeva fossero scrupolosamente rispettate dal compositore.
La formula delle Passioni è in linea con la tradizione che in Germania aveva iniziato a sviluppare in una nuova chiave la nascente maniera di “figurare” il Vangelo da parte dell’oratorio italiano. Del testo sacro viene anzitutto isolata una serie di episodi-chiave: l’ultima cena, l’arresto di Gesù, la partecipazione della folla alla sua condanna, la crocifissione, la morte, la deposizione. Il compito di esporre il racconto e di collegare fra loro gli episodi viene affidato a un personaggio, l’Evangelista, che con la sua presenza assicura l’unità narrativa di un impianto nel quale rientrano anche passaggi di meditazione e di preghiera che non hanno diretta attinenza con lo svolgersi della vicenda: Kirchenlieder, letteralmente “canti da chiesa” scritti su versi liberi; arie che danno voce ai personaggi della vicenda per evidenziarne sentimenti, paure, tormenti, speranze; quindi corali tratti dal vastissimo repertorio della tradizione luterana; cori nei quali viene rappresentata la comunità dei fedeli o la turba, la folla che partecipa all’azione sacra. A partire da questa base comune, il trattamento musicale è condizionato dal diverso carattere dei Vangeli (Bach ha scritto anche altre Passioni, giunteci in forma frammentaria e variamente ricostruite, sui testi di Marco e di Luca), ma soprattutto dalla scelta di una chiave per interpretarne il senso. Nella Passione secondo Matteo, l’elemento chiave è la rappresentazione del dolore: l’aria che commenta le lacrime di Pietro è uno dei momenti-simbolo della composizione, così come la scelta del corale luterano che ricompare in momenti diversi e fa rintoccare ogni volta il lamento dei fedeli di fronte al capo del Salvatore coronato di spine. Nella Passione secondo Giovanni, sono invece le parole «All ist vollbracht», cioè «tutto è compiuto», a sottolineare il senso del sacrificio di Gesù e il disegno divino nel quale la sua sofferenza e la sua morte sono inserite. Vi è quindi una componente legata alla teologia del sacrificio che si rispecchia tanto nell’organizzazione dei materiali musicali, accuratamente disposta in una complessa architettura di corrispondenze geometriche e simboliche, quanto nella scelta di un registro musicale più movimentato, quasi fosse in corsa verso il riscatto della Resurrezione fin dalle note d’apertura. Ciò che tuttavia colpisce, all’ascolto, non è la simmetria della costruzione, quanto il contrasto fra la dignità di Gesù e l’agitazione dei suoi accusatori, la semplicità dei corali, la bellezza delle arie. E per chi già conosca e ami la musica di Bach, anche il senso di continuità fra questa pagina, così dura e al tempo stesso coinvolgente, e l’appassionata ricerca musicale delle Cantate.

 

Stefano Catucci (da www.sistemamusica.it)