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Luminoso Lohengrin

 

Il racconto: il regno di Brabante vive in disaccordo e senza capo. Il conte Federico di Telramund spiega le ragioni al re Enrico: Elsa, figlia dell'ultimo duca, avrebbe ucciso l'erede al trono, il fratello, e rifiutato sdegnosamente di sposare Federico stesso. Il re convoca Elsa chiedendole spiegazioni: ella, lucente, narra di un sogno dove un cavaliere giunge dall'aldilà per dimostrare la sua innocenza, conquistare la sua mano e le sue terre. Federico, convinto dalla moglie Ortrud che Elsa menta, lancia una sfida: che sia un duello tra lui e un designato da Elsa a stabilire la verità. Dapprima nessuno si presenta, poi dalle acque emerge una navicella guidata da un cigno, sopra una figura luminosa: è il cavaliere del sogno che accetta la sfida. La tenzone si risolve con la prevedibile sconfitta di Federico.
Questi, reietto, accusa Ortrud di averlo sobillato contro Elsa, ella replica indicandogli la strada per il riscatto: costringere il cavaliere a rivelare il proprio nome. Infatti a Elsa era stato detto: "Per otto anni non devi mai chiedere ch'io sia". Ortrud e Federico spargono nell'animo di Elsa il seme del dubbio sull'origine angelica o luciferina del cavaliere suo prossimo sposo e tentano - invano - d'impedire la celebrazione delle nozze. Elsa infrange la promessa e domanda allo sposo di rivelarsi. L'identità è rivelata di fronte al re e al popolo: è Lohengrin, figlio di Parsival, re del Sacro Graal. Costretto a lasciare la terra, Lohengrin smaschera Ortrud, ultima seguace delle divinità pagane, autrice dell'incantesimo che aveva trasformato Gottfried in cigno. Elsa, privata del suo sposo, muore di dolore tra le braccia del ritrovato fratello, nuovo re di Brabante.
La musica: è lei, austera e solenne, a dare spessore spirituale al dramma. Grazie alla sua duttilità approfondisce contenuti psicologici e descrizioni. Contraddice i tempi della narrazione prolungando effetti emotivi oltre gli eventi, imbrigliando ed esaltando particolari sfuggenti. Le intensità di suono estreme, le sonorità ora trasparenti, ora dense, il pregio delle melodie secondarie e le armonie contraddittorie e viscose echeggiano i pensieri profondi dei protagonisti e insieme fanno da cornice ai fatti. La famosa musica nuziale, per esempio, assume, nel dramma, toni sinistri e neri: è lo zenit dell'opera, culmine del sogno e inizio del suo precipitare verso la notte.
Significati possibili
Ognuno di noi cerca un segno che lo salvi dalla storia, cerca una "maglia rotta nella rete" o un "amuleto", dice il poeta.
La storia, con i suoi fatti espliciti e le sue ragioni chiare e dimostrate ci lascia nella monotonia delle cose prevedibili, nell'angoscia di fronte all'estinguersi delle vite, alla morte degli affetti. Arriva un Dio con sembianze umane, ci raccoglie e c'inizia all'amore unificando ogni parte di sé attorno a un luminoso groppo di emozioni. La nostra storia diventa mito, quello che ci pareva un tragico destino si colora di toni fiabeschi e suscita meraviglia. Sembra che l'intero mondo sia salvo. Ma il demonio è già nei fatti, usa la materia per distruggere e abbandonare instillando negli animi puri il seme della diffidenza e del dubbio. E dare un nome alle cose, se da una parte significa possederle, dall'altra equivale a separarle dal tutto: è un simbolo efficace di quel senso di frantumazione che vince, nella nostra esistenza, tutti i tentativi di composizione. S'illude chi confida nel prodigio che rivoluzioni la propria vita. Divina è solo l'attesa perenne di ciò che non giungerà.

 

Gianni Nuti (da www.sistemamusica.it)