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Giuseppe Tartini

 

Violinista e compositore italiano, nacque a Pirano d'Istria nel 1692.
Avviato agli studi umanistici e musicali nell'ambito di istituti religiosi, Tartini, rifiutando di far parte dei frati francescani, accettò, per assecondare almeno parzialmente la volontà del padre, di dedicarsi a studi filosofici e teologici.
Nel 1709, tuttavia, indossò l'abito talare conducendo però a Padova una vita goliardicamente irrequieta.
Iscrittosi alla facoltà di giurisprudenza coltivò anche, come dilettante, gli studi di violino. Durante la sua giovinezza e fino al 1713 visse quantomeno avventurosamente: si dedicò alla scherma, della quale arte tenne perfino un scuola, si sposò clandestinamente, e non disdegnò sfide e duelli.
Per tali ragioni la famiglia gli tolse il sussidio e fu costretto a mille avventure per sottrarsi alle persecuzioni organizzategli contro dalla famiglia della sposa, costretta anch'essa a riparare in un convento.
Ritiratosi nel monastero francescano di Assisi, si dedicò agli studi teorici ed alla composizione; qui avrebbe avuto, secondo il suo stesso racconto, la visione del diavolo, che gli avrebbe ispirato la più celebre delle sue composizioni: il "Trillo del diavolo".
Nel 1714, si recò ad Ancona dove si riunì con la moglie, produsse scritti teorici ed opere di grande impegno e dove ebbe inizio la sua eccezionale fama, in dipendenza della scoperta del cosiddetto "terzo suono" (risultante dalle vibrazioni di due corde di violino suonate contemporaneamente) che egli poi sistemò scientificamente nel Trattato di musica secondo la vera scienza dell'armonia (1734), primo di una folta produzione di studi vari.
Ideò anche un archetto più lungo per accrescere insieme la "cavata" nonché la dolcezza del suono, usando corde più grosse di quelle tradizionali. Dopo una breve visita a Venezia si un ritirò in Romagna per quattro anni (1717- 1721) ed ottenne a Padova il posto di primo violino della cappella Antoniana nonché straordinarie affermazioni nei maggiori centri europei.
Nel 1728 - stabilitosi definitivamente a Padova - aprì una scuola di violino, fra le più illustri del suo tempo.
Tartini rappresenta, nel secolo d'oro degli strumenti ad arco, il momento di somma elevatezza dell'arte violinistica.
Egli porta lo sviluppo drammatico della sonata ad uno stadio di perfezione, nel quale si configura quasi una summa di genialità inventiva e di tecnica virtuosistica che sospinge Tartini dal razionale clima illuministico a quello di un acceso, "demoniaco", presentimento romantico.
Il genio creativo di Tartini ci è tramandato da un numero imponente di composizioni: circa 140 concerti per violino, 200 sonate e 50 trii.
Alle sue opere è tuttora difficile assegnare un ordine cronologico poiché nessuno dei manoscritti è datato. A questo rilevante numero di opere strumentali va aggiunta una esigua quantità di composizioni vocali scritte negli ultimi anni.
Morì a Padova nel 1770.