Giacomo Manzoni
La posizione di Giacomo Manzoni (Milano 1932) nell'ambito dell'Avanguardia italiana è caratterizzata da un impegno ideologico che lo avvicina a Luigi Nono, dal quale è però stilisticamente indipendente. Nelle prime composizioni, che seguono gli studi presso il Conservatorio di Messina con Gino Contilli e che culminano con la prima opera teatrale, La sentenza (1960), appare legato alla più rigorosa serialità. In seguito se ne svicola gradatamente per una più libera ricerca e utilizzazione espressiva del materiale sonoro, come nella seconda opera Atomtod (1965) e in Ombre: alla memoria di Che Guevara. Dopo la terza esperienza operistica, Per Massimiliano Robespierre (1975), approfondisce il proprio controllato "materismo" anche attraverso le potenzialità dischiuse dalla tecnica dei suoni multipli per gli strumenti a fiato, fra l'altro in Masse: omaggio a Edgard Varèse (1977). La produzione degli anni ottanta recupera elementi di un espressivo lirismo e culmina nell'opera teatrale Doktor Faustus (1989), ispirata all'omonimo romanzo di Thomas Mann. Negli anni novanta compone, tra gli altri lavori, il pezzo per coro e orchestra Il deserto cresce (1992), su testi di Nietzsche e Moi, Antonin A.(1997), su testi di A. Artaud, mentre tra le cose più recenti si segnala il pezzo per voce e orchestra Oh Europa, commissione dell'Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI che l'ha presentato nella primavera del 2002.
Figura integerrima di intellettuale socialmente impegnato, Manzoni ha svolto una lunga attività didattica (tra i suoi allievi si distinguono Fabio Vacchi, Adriano Guarnieri, Gilberto Cappelli, Riccardo Nova e altri), specie presso il Conservatorio di Milano; è altresì noto e apprezzato come autore di libri e di saggi e come traduttore degli scritti teorici di Schönberg e dei saggi musicali di Adorno.
Da www.milanomusica.org