Fryderyk Chopin
Compositore e pianista polacco, nacque a Zelazowa Wola nel 1810.
Figlio d'un insegnante di francese, dimostrò una precoce inclinazione alla musica e s'accostò sin da piccino allo studio del pianoforte, suo strumento prediletto e a cui è tuttora affidato il suo genio. Si esibì pubblicamente all'età di 8 anni, meravigliando il pubblico per la sua abilità con il pianoforte e per la brillantezza della sua improvvisazione, quindi, entrato nella simpatia dei salotti aristocratici nonostante le origini borghesi, si affermò come pianista e compositore.
A 14 anni venne ammesso al Conservatorio di Varsavia, diretto dal vecchio maestro di pianoforte Josef Elssner (1769-1834) che fu poi l'insegnante, l'amico affettuoso e il primo consapevole estimatore dell'arte musicale del suo giovane allievo.La saggezza e la esperienza di Elssner, che nella tarda età potè seguire tutta intera la parabola di Chopin, giovarono molto al giovane musicista, che dopo tre anni di studio non esitò a definire un autentico "genio musicale". Alla cultura musicale, Chopin unì quella, appresa appassionatamente, della storia e della letteratura polacca la cui presenza rimase sempre viva nella sua musica. Chopin amò, infatti, la musica come una forza della civiltà, affermata sempre nella sua vita e nelle sue opere in una profonda unitarietà d'interessi e con una consapevole coscienza morale.Terminati gli studi nel 1827, Chopin accrebbe il patrimonio delle sue conoscenze con un viaggio a Berlino e poi a Vienna, dove riscosse trionfali successi nella duplice veste di pianista e di compositore. Fu di nuovo a Vienna nel 1830 e vi si trattenne per circa un anno, costrettovi dagli eventi storici e politici della sua patria. Il sentimento della patria, che fu una costante componente della sua musica, lo portò sempre a respingere i favori del compromesso cosmopolitico, al quale preferì la qualifica di musicista rivoluzionario. La caduta di Varsavia e il dramma della sua terra trovarono un riflesso in quel periodo nel famoso Studio op. 10, n. 12, legato per sempre alla storia della Polonia. Alla sua terra sono poi dedicate in tutta la loro ricchissima gamma di atteggiamenti espressivi le numerose Mazurke e le Polacche, composte in diversi periodi della sua vita, e che costituiscono l'elemento unitario ed eroico dell'ispirazione chopiniana.
Lasciata Vienna, dove non incontrò gli entusiasmi del suo primo soggiorno, Chopin si trasferì nel 1831 a Parigi, rimanendovi per qualche anno, e accolto come un protagonista della storia musicale e civile di quegli anni dai personaggi più illustri del momento: Berlioz, Hiller, Pleyel, Liszt attraverso i quali acquistò la stima anche dell'alta società parigina. Le numerose richieste di lezioni e di concerti poterono consentirgli una certa tranquillità economica. Nell'estate del 1835 rivide un'amica d'infanzia, Maria Wodzinska, fanciulla d'alto rango che chiese in sposa l'anno seguente.
Dopo tormentosi temporeggiamenti, la sua richiesta fu respinta, sia per impedimenti di lignaggio che per le incertezze che la sua salute malferma già destavano. Affranto da quella cocente delusione amorosa, Chopin si rifugiò presso le premure e l'affetto della scrittrice George Sand, donna energica, anticonformista ed energica, che egli seguì a Maiorca e poi a Barcellona e Marsiglia dove rimase per qualche tempo, nel 1839. Risalgono a questo periodo alcune tra le più importanti composizioni di Chopin, quali i Preludi, la Ballata op. 38, le due Polacche op. 40, le Mazurke op. 41.
Ritornato a Parigi, Chopin trascorse dal 1839 al 1845 gli anni più intensi della sua vita, rimanendo al centro dell'attenzione europea. Le vicende familiari della Sand, il carattere indipendente del musicista e i gravi sintomi della tisi lo portarono nuovamente alla solitudine. Nel 1847 le sue condizioni di salute peggiorarono, e minarono il già sfilacciato rapporto con la Sand, che sfociò in una dolorosa rottura.Libero da legami affettivi, ma sempre più sposato con la morte, nel 1848 Chopin si recò in Inghilterra e in Scozia dove, sopraffatto dalle necessità finanziarie, sostenne gli ultimi concerti della sua vita, esaurendo le già stremate e languenti energie fisiche. Tornato a Parigi nel gennaio 1849, le sue condizioni di salute peggiorarono drasticamente. Soccorso dagli amici più benestanti, nessuna cura poté ristabilire il musicista, inesorabilmente avviato al termine della sua vita.
Il compianto per la scomparsa di Chopin fu unanime, come unanimi, del resto, erano state la stima e la simpatia offertagli dalle più illustri personalità della musica e della cultura europea: da Liszt ad Heine, da Schumann a Brahms a Wagner.
Tra le composizioni più rappresentative del genio di Chopin figurano 14 Polacche, 56 Mazurke, 27 Studi, 4 Ballate, 3 Sonate, 17 Valzer, 20 Notturni, 26 Preludi, la celebre Barcarola op. 60, 2 Concerti per pianoforte e orchestra e numerose altre pagine pianistiche, vocali e strumentali.
Soprattutto al pianoforte Chopin affidò la grandezza e l'originalità del suo genio. Nello stesso modo con cui partecipò delle vicende del mondo e della cultura vivendone però appartato, così, accogliendo le molteplici esperienze del romanticismo musicale, le riversò sul pianoforte che con lui viene ad assumere non soltanto nella storia della musica, ma in quella complessiva della civiltà, un incalcolabile significato umano ed artistico.
Rifuggendo sia da un esteriore virtuosismo che da un'esteriore adesione al movimento romantico, Chopin affermò la sua originalità non tanto nell'inserire nelle forme tradizionali le esperienze della musica popolare, ma nel conferire a queste il valore d'una nuova, autonoma e perfetta forma musicale, lontana da ogni sospetto di accademismo, vibrante pur nelle più sottili sfumature armoniche d'una virile ed eroica visione del mondo.