Fervori musicali e grandiosità nella Missa Cellensis di Haydn
Percorrendo la A1 che da Salisburgo conduce a Vienna non credo siano davvero in molti a decidere di prendere l'uscita 100, dopo aver oltrepassato Linz da circa settanta km, per percorrere altrettanta strada verso Sud, attraverso le incantevoli montagne della Stiria e raggiungere il Santuario di Mariazell. Nostalgie bruckneriane forse v'hanno appena costretto a una sosta all'Abbazia di Sankt Florian presso Linz. Fascinose sirene barocche forse vi stanno attirando, una ventina di km ancora più in là, verso lo Stift di Melk, in splendida posizione panoramica sul Danubio. È invece proprio per questo importante santuario, meta ancor oggi frequentatissima della devotio mariana austro-ungarica, che Joseph Haydn compose la Missa Cellensis Hob. XXII:5.
Quando e perché scrisse quest'opera In honorem Beatissimæ Virginis Mariæ gli studiosi in realtà ancora non l'hanno del tutto capito. La incominciò nel 1766, forse per ringraziare la Madonna di Mariazell, Santuario cui era legato da motivi di fede personale nonché da piacevoli trascorsi di gioventù, per averlo liberato dalle grinfie del maligno e geloso Gregor Werner. La sua morte il 3 marzo, in effetti, aveva rappresentato una svolta decisiva nella carriera di Haydn: gli Esterházy gli affidarono tutti i doveri del Kapellmeister, supervisione della musica sacra inclusa. Fino alla scoperta dell'autografo nel 1875 fu conosciuta col titolo non originale di Missa Sanctae Ceciliae (Cäcilienmesse). S'è ipotizzato che la Messa sia stata composta in epoche differenti, parte nel 1766, parte fra 1769 e 1773.
Settanta minuti di musica. Dimensioni assolutamente esorbitanti per una missa longa o solemnis "in forma di cantata", dato il notevole numero di sezioni e movimenti distinti, e l'uso più consistente delle quattro voci soliste. Un fulgido compendio delle tecniche più avanzate all'epoca in uso in tutta la musica vocale. Un'anticipazione anche dell'evoluzione stilistica che prenderà piede negli anni successivi. Una professio fidei fervida, spontanea e incrollabile, solenne e rispettosa. Rigorosamente cattolica.
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