Dimitrij Dmitrievich Shostakovich
Compositore russo, nacque a Pietroburgo nel 1906.
Temperamento precoce, ugualmente interessato alla composizione e al pianoforte, entrò a tredici anni nel Conservatorio di Pietroburgo dove studiò con Nikolaev e Steinberg. La sua formazione musicale avvenne entro il clima della rivoluzione e del nuovo regime che indirizzarono le sue prime produzioni verso atteggiamenti provocatori d'avanguardia. Diplomatosi sei anni dopo, suggellò gli studi - nel 1925 - con la Prima Sinfonia che, eseguita trionfalmente l'anno seguente, cominciò subito a richiamare sui giovane compositore l'attenzione della critica internazionale (la stessa sinfonia in seguito, ebbe il privilegio di essere spesso diretta da Arturo Toscanini).
Brillante, rapida e intensa, la carriera artistica di Shostakovich culminò con le opere Il naso (1930) e Ladv Macbeth di Mcensk (1934), fra cui si inserirono alcune felicissime composizioni strumentali, come il Concerto per pianoforte, tromba e orchestra d'archi (del 1933) e la Quarta Sinfonia (del 1936).
Soprattutto in queste composizioni il musicista rivelò il suo stile scontroso e tagliente, la forza di un'ironia spesso drammatica e la smagliante sapienza della tecnica, che contribuì a collocare Shostakovich, non ancora trentenne, fra le figure più rappresentative della cultura musicale moderna.
Dal 1936, lo sviluppo della parabola artistica di Shostakovich si trovò più volte impigliato in critiche all'atteggiamento estetico del compositore. Per quanto la sua produzione si estendesse in tutti campi della musica vocale e strumentale, Shostakovich è eminentemente un sinfonista: egli crede nella sinfonia quel massima espressione dall' arte musicale, rappresentazione della vita dell'uomo perennemente in lotta con il destino.
Questa sua concezione grandiosa si estrinseca principalmente nella Settima (detta di Leningrado) e nell'Ottava sinfonia dove si celebrano la resistenza eroica della Russia alle armate Hitleriane e si descrive il quadro desolante delle devastazioni morali e materiali prodotte dalla guerra.
Insignito ripetutamente dei più alti riconoscimenti (già nel 1940 aveva ottenuto il premio Stalin), egli travasò poi la sua genialità musicale sia nelle pagine grandiosamente sinfoniche (11 sono le sue sinfonie) sia in pagine più intime (vanno ricordati 1 quintetto, 6 quartetti, 2 trii, 24 preludi e fughe per pianoforte), nelle quali seppe sempre portare ad un altissimo livello la convinzione che la musica, al servizio del popolo, debba anzitutto esprimere i pensieri e i sentimenti del popolo. Convinzione, peraltro, che fu già della scuola nazionale russa, di cui Shostakovich può considerarsi, fra i moderni compositori, l'ultimo e più importante continuatore. Si interessò anche al teatro, scrivendo opere e balletti, da cui sovente trasse suites orchestrali da concerto.
Fedele alla tonalità sia pure liberamente allargata e poco avvezzo alle ispirazioni folkloristiche, Shostakovich fu uno dei pochi compositori moderni che seppe mantenersi equidistante sia dal conservatorismo che dalla rivoluzione atonale e dodecafonica, lasciando intravedere in questa posizione una terza via di sviluppo per la musica moderna.
Non da ultimo Shostakovich gode di un vero e proprio seguito presso le giovani generazioni grazie al suo profondo impegno nell' affrontare il problema della creazione musicale entro l'ambito delle particolari esigenze imposte all'arte dalla ideologia sovietica.
Morì a Mosca nel 1975.