Arnold Schönberg
Compositore austriaco, nacque a Vienna nel 1874.
Studiò il violino ed il violoncello, giovandosi per quanto riguarda la composizione dell'insegnamento di Alexander von Zemlinsky, noto musicista e direttore d'orchestra viennese che divenne in seguito suo cognato.
Trasferitosi una prima volta nel 1901 a Berlino, si dedicò all'attività di direttore d'orchestra in un cabaret d'avanguardia per poi ritornare nel 1903 a Vienna. Qui, grazie alla stima e poi all'amicizia di Gustav Mahler, cominciò a farsi apprezzare quale autore di Lieder, del sestetto Verklärte Nacht (Notte trasfigurata) composto nel 1899, del Quartetto op. 7 (del 1903) e della Kammersymphonie (Sinfonia da camera) op. 9, per 15 strumenti (del 1906).
Dedicatosi anche all'insegnamento privato della musica Schönberg radunò intorno a se una cerchia di compositori che dettero vita alla cosiddetta "Scuola viennese", dalla quale emersero Alban Berg e Anton von Webern e che divenne una delle forze determinanti nello svolgimento della musica contemporanea.
Contemporaneamente, nell'ambito della tradizione postwagneriana e straussiana, Schönberg consolidò il primo periodo della sua produzione con l'ampio oratorio dei Gurrelieder, iniziato nel 1901 ed eseguito a Vienna nel 1913, nonchè con il Quartetto op. 10 (1907). Il superamento del principio tonale e dell'incidenza del sistema armonico tradizionale, avvenne con l'opera vocale sulle quindici poesie di Stefan George "Das Buch der händigen Gärten" op. 15 (1908-1909) dando così inizio alla fase definita "atonale" (termine peraltro nettamente rifiutato da Schönberg), in cui l' utilizzo liberatorio della dissonanza non da luogo ad altri vincoli compositivi che possano rimpiazzare quelli dell' armonia tradizionale, oramai distrutti.
Nello stesso periodo, Schönberg raduna ed espone i suoi nuovi orientamenti estetici nelle Harmonielehr (1911; Trattato d'armonia che insieme con gli scritti critici e autobiografici del volume Style and Idea — 1930; Stile e idea — costituisce la summa didattica di Schönberg). L'adesione profonda alla nuova cultura europea di oblio e di radicale estirpazione del passato viene completata con le opere in un atto Erwartung (Attesa) del 1910 (rappresentata nel 1924) e Die gluckliche Hand (La mano felice) rappresentata nel 1925. Ma il documento più alto del nuovo atteggiamento artistico e morale di Schönberg che aveva ormai soppiantato definitivamente la struttura del sistema armonico tradizionale con l'adozione della dodecafonia, è da considerarsi il Pierrot lunaire (Pierrot lunare), op. 21, per voce recitante e strumenti (1912).
Il nuovo metodo compositivo viene ulteriormente perfezionato attraverso opere sperimentali quali il Quintetto per strumenti a fiato (del 1924) op. 26 e i Quartetti per archi op. 30 (del 1926) e op. 37 (del 1936), considerati il culmine della più rigorosa tecnica dodecafonica. Nel 1925 Schönberg si spostò nuovamente a Berlino dove insegnò composizione all' Accademia prussiana di Belle Arti.
La coerente opposizione al nazismo e la persecuzione antisemita portarono Schönberg in esilio dapprima a Parigi poi negli Stati Uniti, dove nel 1940 ottenne la cittadinanza americana. Qui svolse un'intensa attività didattica a Boston, a New York e nelle università della California. Negli Stati Uniti stese opere di grande impegno politico e morale, quasi moniti all' umanità avviata verso la seconda guerra mondiale.
All'ultimo scorcio della sua attività di compositore impegnato nei grandi fatti storici del suo tempo, appartengono l'Ode to Napoleon (del 1943; Ode a Napoleone) su testo di Byron, per voce recitante, pianoforte e strumenti ad arco, A Survivor of Warsaw (del 1947; Un superstite di Varsavia) per voce recitante, coro maschile e orchestra, nonchè l'opera Moses und Aron (Mosè e Aronne), iniziata nel 1932, e lasciata incompiuta (rappresentata poi nel 1937). Nel contrasto fra Mosè, illuminato dalla sapienza divina ma impossibilitato a trasmetterne direttamente il messaggio, e il fratello Aronne, dotato di una straordinaria fluidità di eloquio ma incapace di trovare in se stesso la forza vivificante del pensiero, ben si raffigura il dramma, proprio di Schönberg e di tutta la nuova esperienza musicale nel suo tempo, di conciliare le esigenze di una superiore scienza tecnica con quelle di una nuova immediatezza espressiva.
La sua austera e pur tormentata figura di ricercatore di un nuovo linguaggio musicale fu adombrata da Thomas Mann nel Doktor Faustus, incentrato sulla disperata ansia rinnovatrice che anima la vicenda umana ed artistica di un immaginario compositore moderno. Gli ultimi anni di vita di Schönberg furono amareggiati dall'incomprensione che continuava ad aleggiare, al di fuori di una ristretta cerchia di allievi e seguaci, sulle sue opere.
Morì a Los Angeles nel 1951.