Alessandro Scarlatti
Compositore italiano, nacque a Palermo nel 1660.
Nato da famiglia votata alla musica (la sorella Anna Maria fu una apprezzata virtuosa di canto, e i fratelli Francesco e Tommaso si distinsero l'uno quale violinista, l'altro quale cantante), perfezionò l'educazione musicale a Roma, probabilmente sotto la guida di Carissimi.
A diciott'anni sposò Antonia Anzalone, dalla quale ebbe in seguito dieci figli nati fra il 1679 e il 1695. Nel 1679 fece rappresentare al teatro Capranica la sua prima opera "Gli equivoci nel sembiante" con esiti trionfali. Apprezzato dalla regina Cristina di Svezia, che a quel tempo risiedeva a Roma, fu direttore della sua cappella musicale e si affermò nell'ambito dell'aristocrazia laica e religiosa.
Trasferitosi a Napoli nel 1684, vi rimase per diciotto anni ed ottenne l'incarico di primo maestro nella cappella reale non senza suscitare qualche motivo di risentimento per tale nomina.
Nel 1702 lasciò Napoli con l'intera famiglia alla ricerca di una sistemazione più vantaggiosa. Trasferitosi dapprima a Firenze dove godette della protezione di Ferdinando III de' Medici, ritornò nel 1703 a Roma, al servizio del cardinale Ottoboni, grazie al quale venne nominato vice-maestro di cappella di Santa Maria Maggiore. Tenuto in alta considerazione dai più illustri esponenti della cultura italiana del suo tempo, fu accolto nel 1706 nell'Accademia dell'Arcadia e, l'anno seguente, si recò a Venezia dove conobbe Haendel.
Nonostante le numerose dediche di sue composizioni a principi e cardinali, Scarlatti ebbe una vita assai movimentata e lontana da adeguate sistemazioni pratiche. Una notevole incidenza ebbe poi sulla sua attività il divieto di spettacoli teatrali pubblici, ordinato durante il suo pontificato dal papa Alessandro VIII.
Dopo aver tenuto, abbandonato e ripreso più volte gli stessi incarichi di maestro di cappella a Loreto, a Roma e a Napoli, dal 1723 si stabilì definitivamente in quest'ultima città, dove si spense pressochè ignorato dal pubblico che gli preferiva i compositore della nuova generazione.
La postuma fortuna dell'arte di Scarlatti rivelò poi nel compositore il musicista soprattutto incline al melodramma e considerato addirittura l'iniziatore della grande scuola napoletana. L'opera Il Mitridate Eupatore, rappresentata a Venezia nel 1707 e riesumata in tempi moderni nel 1956, sembrò avvicinare la musica di Scarlatti alla severità contrappuntistica di Bach (Scarlatti stesso riteneva che la musica fosse figlia della matematica) e alla sontuosa eleganza di Haendel.
E' certo che con Scarlatti ha inizio, nella storia del melodramma, la caratterizzazione musicale dei vari personaggi, un certo plastico rilievo del recitativo e un più consapevole adeguamento dell'espressione musicale ai culminanti momenti del dramma. Raffinò, tanto nelle opere che nelle cantate, l'aria con il "da capo", diede alle ouvertures (o "sinfonie avanti l' opera") la forma tripartita che rimarrà immutata nella musica italiana, arricchì l'orchestra con oboi corni e fagotti ed introdusse il recitativo "stromentato", ossia accompagnato da archi anziché da strumenti del continuo.
Tali accorgimenti tecnici e tali atteggiamenti stilistici, che traspaiono da quasi tutta l'abbondantissima opera scarlattiana, ebbero una decisiva influenza sullo sviluppo della cultura musicale europea.
La ricerca drammatica viene man mano intensificandosi dalle opere giovanili, in cui l'aria ha come scopo principale l'esibizione del virtuosismo del solista, alle opere della maturità, in cui la musica aderisce pienamente al testo mediante un uso più efficace del cromatismo ed una totale padronanza dell' armonia.
Si attribuiscono a Scarlatti una ventina di oratori, altrettante serenate, circa seicento cantate, duecento messe, numerosissime pagine per organo o clavicembalo ed oltre un centinaio di opere liriche, fra le quali Il Ciro (1712), Il Tigrane ovvero l'Egual impegno d'amore e di fede (1715), Il Trionfo dell'onore (1718), Marco Attilio Regolo (1719), La Griselda (1721).
Morì a Napoli nel 1725.